Avete mai giocato, da bambini, ad inventarvi una lingua inesistente o a far finta di parlarne una senza conoscerla? Io sì, e mi divertivo un sacco! Proprio oggi, seguendo una meditazione di Osho, ho scoperto che in inglese questo si chiama gibberish, e che è un potente esercizio per pulire la mente e per lasciare emergere la nostra creatività. Addirittura viene definito come “metodo scientificamente provato” per liberarci dai condizionamenti.
L’esercizio si compone di quattro parti, ciascuna della durata di cinque minuti: nella prima, appunto, ci si lascia andare liberamente a pronunciare ad alta voce parole e suoni senza senso, mettendo insieme le lettere con la più assoluta fantasia e gioia. Nel secondo step bisogna ridere di cuore, e vi assicuro che, dopo la prima fase di creazione linguistica, viene decisamente spontaneo farlo. Il passaggio successivo è quello di piangere senza ragione (questo non l’ho ancora sperimentato, come inizio mi è stato sufficiente fermarmi alla risata). Infine ci si sdraia immobili per altri cinque minuti, come morti, semplicemente respirando.
Forse perché quello di dare un nome agli oggetti, di dare vita a un linguaggio, è stato il primo atto creativo con cui l’essere umano ha costruito il proprio mondo, ho trovato tremendamente euforizzante e liberatorio giocare con i suoni. Mi sono ricordata come mi sentivo da bambina: come se avessi un segreto che nessun altro poteva capire tranne me. Ma in fondo tutto ciò che esprimevo era semplicemente me stessa: creativa, entusiasta, sconfinata. Quell’essere in espansione che attraverso esercizi di questo tipo possiamo tutti tornare ad essere.